Il Programma in pillole: 1. Il Welfare municipale

La crisi economica iniziata nel 2009, diventata ancora più acuta attualmente con la crisi sanitaria, ha messo in luce una mancanza di investimenti nel welfare nazionale, inoltre i continui tagli hanno poi peggiorato la situazione. Si sente perciò il bisogno che l’ente più vicino alle famiglie – cioè il comune – intervenga per colmare il vuoto creato dallo Stato o dalla Regione.
 
1.1 Obiettivi
La finalità primaria di un Welfare municipale è quella di un miglioramento della qualità della vita delle persone e si delinea in alcuni obiettivi specifici:
  • corresponsabilità e vicinanza alle famiglie e ai cittadini per cogliere le difficoltà e i bisogni concreti delle persone;
  • incentivazione della promozione delle capacità e potenzialità personali per una azione decisa sulla prevenzione delle situazioni di disagio, disadattamento o emarginazione;
  • potenziamento dell’Ufficio Servizi Sociali per garantire una migliore e tempestiva assistenza alle famiglie e persone in difficoltà;
  • maggiore informazione e formazione per favorire una migliore fruibilità dei servizi;
  • promozione della compartecipazione nella definizione degli indirizzi e nella gestione dei vari servizi delle associazioni e dei gruppi.
 
1.2 Ufficio servizi sociali e Centro di ascolto
Il potenziamento dell’Ufficio Servizi Sociali sarà determinante per garantire a tutta la cittadinanza un servizio adeguato e completo attraverso un Assistente sociale a tempo pieno.
Accanto ai numerosi servizi già svolti dall’Ufficio, in collaborazione con le associazioni del volontariato, si sperimenterà l’avvio di un Centro d’ascolto per le persone bisognose di aiuto o sostegno (dalle famiglie, agli adolescenti, agli anziani), per far fronte a determinate difficoltà e problemi.
Il Centro d’ascolto, oltre che dall’Ufficio, deve essere gestito con la collaborazione di operatori adeguatamente motivati e preparati.
Questa iniziativa, con altre, garantirà una rete di servizi adatta a rispondere alle reali necessità dei cittadini e, qualora questi non siano sufficienti, fornire contributi economici a persone o famiglie in effettivo stato di bisogno.
 
1.3 La famiglia (relazione integrata con il contributo arrivato da Unione Inquilini)
La famiglia, intesa come soggetto sociale, avrà bisogno di un’attenzione particolare da parte della pubblica amministrazione.
Nelle tipologie familiari del Comune deve assumere particolare importanza la famiglia con difficoltà economiche e disagio sociale, cui si intende offrire ipotesi di concreta soluzione:
  • sostegno economico, particolarmente collegato al caro affitto;
  • sostegno nella cura dei figli, in assenza assoluta di reti parentali;
  • ricerca d’alloggio, collegata alla perdita di casa;
  • collocamento lavorativo dopo la perdita per particolari situazioni;
  • accompagnamento ai servizi territoriali (ufficio di collocamento, questura, pubblica istruzione, reti di volontariato);
  • protezione per maltrattamenti intrafamiliari.

Indispensabile sarà quindi l’apporto dell’ufficio Servizi Sociali, del volontariato, delle associazioni e della Caritas parrocchiale per determinare una “rete” di sostegno che riesca ad individuare le situazioni di disagio e difficoltà presenti nella comunità e che si faccia carico delle situazioni, sostenendo le famiglie e le persone nei momenti più difficili ricercandone insieme le soluzioni possibili.

Per quanto riguarda la “questione casa” è necessario mettere a disposizione il patrimonio pubblico e privato all’interno delle città, in modo da recuperare gli edifici abbandonati e al fine di garantire un alloggio per tutti.
La situazione degli sfratti potrebbe acuirsi quando terminerà il blocco degli sfratti, quindi, bisogna intervenire in tempo. È necessario che si prenda coscienza che con il blocco sanitario aumenteranno le persone che non riusciranno a pagare gli affitti e, quindi, tutto quello che ne conseguirà.
Per quanto riguarda la vendita degli appartamenti pubblici, la dismissione del patrimonio residenziale pubblico è incomprensibile, considerando la grande richiesta di case pubbliche, potrebbe essere accettabile se a parità di case pubbliche vendute siano rimpiazzate con altrettante abitazioni pubbliche.
Per implementare il patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica ci troviamo in un unicum favorevole, in quanto ci sono tre strumenti che potrebbero essere utilizzati per ricavare i fondi:
  • Recovery fund;
  • Fondo ex Case GeScal;
  • Fondi strutturali europei 2021/2027.

1.4 Disabilità, handicap e non autosufficienza
 L’Amministrazione ha come priorità la situazione che vivono le persone con disabilità, handicap o non autosufficienti. Di handicap non si parla mai se non in termini pietistici, di sofferenza e di commiserazione, umanamente comprensibili ma non sufficienti ad affrontare correttamente il problema.
L’integrazione nella vita sociale e produttiva dei portatori di handicap non deve essere solo una questione di diritto costituzionale, ma deve diventare un problema di autodeterminazione e di civiltà.
È necessaria una maggiore iniziativa dell'Amministrazione Comunale sia per quanto riguarda le strutture esistenti che per quanto riguarda l'inserimento dei portatori di handicap nel mondo del lavoro, a partire dal pubblico impiego.
 
1.5 Politiche femminili e pari opportunità
 Molta attenzione va posta alla particolare situazione della donna, valorizzandone sensibilità, capacità e competenze affinché la sua presenza nell’ambito sociale, sui luoghi di lavoro, nella comunità sia sempre più significativa.
Si perseguirà l’obiettivo di lavorare il più possibile in accordo con le associazioni culturali e sociali che lavorano in diversi settori, così che le donne possano diventare forza trainante in paese e creare occasioni di incontro anche con le donne più sfortunate e che hanno bisogno di una “solidarietà al femminile” per superare pesanti situazioni di emarginazione. Con l’istituzione di una Commissione Pari Opportunità si potrà anche promuovere un “piano regolatore dei tempi”, perché attraverso una diversa organizzazione degli orari di apertura e chiusura dei servizi si possa ottimizzare il prezioso tempo per la famiglia e le relazioni sociali.

1.6 Disagio adulto e nuove povertà
Sono molte le persone adulte in condizioni di disagio. Si tratta di persone in condizioni di disabilità, ma più spesso di disagio sociale ed economico non imputabile a patologie o menomazioni.
E’ quest’ultima una tipologia di disagio – altrimenti definite nuove povertà - che debbono continuare a seguire con particolare attenzione per dare sostegno ed evitare percorsi di emarginazione senza innescare, tuttavia, processi di de-responsabilizzazione o di delega.
In particolare intendiamo mantenere elevata l’attenzione nell’individuare ulteriori spazi per il collocamento abitativo di persone e donne in difficoltà. I servizi ed interventi programmati che intendiamo sostenere con forza sono i seguenti:
  • garantire il coordinamento delle diverse agenzie che lavorano per l’integrazione lavorativa ed incrementare il ruolo educativo e di accompagnamento per quelle situazioni che presentano il bisogno di un percorso guidato;
  • potenziare l’assistenza domiciliare di alcuni casi di disagio adulto ampliando l’attività di protezione alloggiativi;
  • mantenere il potenziamento delle attività per le persone senza dimora;
  • sperimentare l’utilizzo di ticket-service per spese alimentari e farmaci;
  • stipulare un accordo con i servizi psichiatrici per poter garantire prestazioni sanitarie e educative, concordando con il servizio comunale l’eventuale assistenza domiciliare;
  • realizzare un servizio di accoglienza protetta per adulti in disagio in un percorso di reinserimento sociale;
  • sperimentare, per un numero definito di casi, l’erogazione di un contributo economico continuativo (RMI Reddito Minimo Inserimento) sulla base di un contratto di assistenza che comprenda percorsi di formazione – integrazione lavorativa (borse lavoro) e impegni personali (frequenza CAT Centro Alcolisti Trattamento, CPS Centro Psico-Sanitario, attività di volontariato ecc.) secondo quanto previsto dalla legge 328.

1.7 Immigrati e cittadinanza reale
Nel necessario e urgente compito di attivazione di politiche per l’integrazione, l’Ente Locale deve cercare di individuare dei percorsi più appropriati di “cittadinanza” e implementare le politiche socio-culturali, per modificare la difficile percezione che l’immigrato ha della propria cittadinanza, quella che fino ad ora l’ha portato a vivere un disagio nei confronti delle istituzioni che sono preposte alla sua regolarità, al suo titolo di residenza permanente in Italia, con la conseguenza, dall’altra parte, di diventare per la popolazione locale una specie di presenza temuta e a rischio.

Finalità e obiettivi:
  • Consentire all’immigrato residente l’acquisizione di stabilità e quindi di solidità del proprio progetto migratorio e della propria identità per efficaci politiche sociali per l’integrazione, offrendo percorsi di cittadinanza reale che consentano di avvicinare il cittadino immigrato residente al suo comune e alle istituzioni preposte a governare la sua condizione giuridica;
  • Ottimizzare il servizio offerto dalle amministrazioni pubbliche e sanitarie anche nei confronti dell’utenza straniera;
  • Potenziare l’operatività dello Sportello Immigrazione, stanziando fondi per la formazione di tutori etnici, mediatori culturali, interculturali e linguistici;
  • Promuovere e facilitare l’accesso dei cittadini immigrati alle procedure burocratico-amministrative che consentano la normalizzazione e stabilizzazione della loro condizione giuridica (es.: carta di soggiorno, iscrizione al SSN, iscrizione anagrafica, ecc.);
  • Facilitare i minori immigrati (e le loro famiglie) nell’inserimento scolastico di base, con la presenza di “tutori etnici”;
  • Attivare una collaborazione effettiva tra i vari uffici dell’ente pubblico (con attività di “sportello”) operanti in Terno d’Isola e lo Sportello Immigrazione, che preveda (in fase sperimentale) la compresenza di mediatori linguistici negli orari di apertura al pubblico degli uffici
  • definire ed attivare percorsi formativi comuni tra operatori dei diversi uffici dell’ente pubblico sui temi dell’immigrazione, dell’integrazione e dell’interculturalità.

1.8 Anziani e solidarietà di vicinato
Una particolare deve essere data a questa realtà perché sempre più complessa e numerosa; un’età della vita molto importante, ma di cui, in genere, vengono enfatizzati gli elementi negativi, per questo sarà determinante rivalutare e risignificare il ruolo dell’anziano nella comunità.
Su quale etica fondare la solidarietà fra gli anziani del vicinato?
Compito dell’Amministrazione nei confronti di questa fascia d’età sarà quello di fare una lettura dei bisogni attraverso una rilevazione e mappatura delle condizioni dell’anziano, accogliere le richieste e le domande e ricercare delle risposte appropriate, ma soprattutto valorizzare l’esperienza di vita e le capacità dei singoli e dei gruppi.
Sostenere le famiglie con situazioni di persone non autosufficienti e in particolare stato di bisogno attraverso aiuti concreti quali:
  • assistenza domiciliare fornita da operatori del privato sociale e da persone delle associazioni di volontariato del territorio;
  • assistenza infermieristica fornita da personale specializzato;
  • per le persone sole, oltre al servizio di assistenza e dei pasti a domicilio, sperimentare l’attivazione del servizio di telesoccorso.